Valentina Romeo

Sono nata a Messina il 30/10/1977. Ho sempre avuto una forte passione per il racconto attraverso le immagini, sono cresciuta divorando cartoni animati della Disney e giapponesi sognando un giorno di poter disegnare per la Disney o comunque di diventare una disegnatrice e far vivere i miei personaggi nel modo più realistico ed elegante possibile.

Bisognava studiare molto; e l’avrei fatto se la mia famiglia mi avesse appoggiata, ma non è stato così. Certe realtà lontane dalle aspirazioni più comuni spaventano e i miei genitori non volevano rimanessi delusa nell’intraprendere una strada così difficile. Ma raggiunta la maggiore età mi sono spostata a Napoli per studiare prima Architettura, poi, con un atto di coraggio, mi sono iscritta alla scuola del fumetto per tentare una prima e forse ultima volta di realizzare il mio sogno di infanzia.

Con tenacia e disciplina mi sono diplomata alla scuola del fumetto con il massimo dei voti e ho trovato subito dei piccoli lavori che mi hanno permesso di continuare la strada dei miei sogni fino al punto in cui mi ero prefissata di arrivare: essere assunta dalla Sergio Bonelli Editore, la casa editrice più prolifica e importante d'Italia. Ma i miei sogni vanno oltre questo traguardo: un giorno mi piacerebbe lavorare per la Disney o per videogiochi o altri progetti importanti. Per realizzarmi, studio ancora oggi al meglio le tecniche del disegno descrittivo.

Non basta passione e talento per raggiungere risultati importanti, la tecnica è fondamentale. Spaventa forse pensare che per comunicare al meglio con il lettore bisogna essere molto precisi e meticolosi nella documentazione e nella realizzazione di luoghi e personaggi. Bisogna trasmettere un’anima ai personaggi, un’atmosfera ai luoghi e accompagnare il lettore nel modo più veloce e chiaro possibile, facendogli provare emozioni forti, facendolo affezionare ai personaggi e facendogli sognare di vivere quei luoghi, come ogni libro, fumetto, videogioco o film dovrebbe fare.

A scuola ho studiato le tecniche di disegno, prospettiva e anatomia, ma anche equilibrio della tavola e story board, ovvero la capacità di raccontare per immagini una scena in una sola tavola. Ma l’atmosfera, le inquadrature, la scenografia, i costumi, la recitazione dei personaggi, quella va studiata solo attraverso la conoscenza di autori diversi, non solo nel campo del fumetto. E di solito non sono cose che insegnano a scuola, le senti dentro, le riconosci guardando le altre opere, impari il linguaggio e lo gestisci inconsciamente. Come un bambino che impara a parlare, non ci si accorge di farlo, ma ci si accorge se si riesce a comunicare al meglio.

In Italia lavoro come disegnatrice, non come autrice completa, il che significa che ho il compito di tradurre in immagini storie articolate e scritte da altri autori. Di solito il Curatore delle testate si occupa anche di mettere in collaborazione persone con una certa affinità artistica. Appena diplomata, Ade Capone - autore e curatore di "Lazarus Ledd" fra le tante cose - scomparso di recente, vide in me un talento da portare avanti e mi diede la possibilità di lavorare per la Star Comix, una casa editrice molto importante, proponendomi Federico Memola curatore e autore, all’epoca, di Jonathan Steele. Con lui ho cominciato una collaborazione lunga 3 anni, prima nello staff di Jonathan Steele (genere fantasy) poi con la miniserie Rourke (genere Horror). Mi sono trovata benissimo con lui e lui con me, tanto che mi presentò ad Antonio Serra, della Sergio Bonelli Editore, curatore e co-autore di Nathan Never, che mi assunse nel suo staff nel 2010. Contemporaneamente anche Giovanni Gualdoni, all’epoca curatore e sceneggiatore della serie Dylan Dog, ha mostrato interesse per i miei lavori e mi ha proposto di lavorare contemporaneamente sia per Nathan Never sia per Dylan Dog.

Gli albi pubblicati con Nathan Never sono il 231 “Memorie del passato”, il 254 “Le chiavi del futuro” e il 258 "Haiku" di Alberto Ostini a cui tengo particolarmente: ambientato in un Giappone del futuro, Nathan si trova a indagare nella vita di una splendida violinista. C’è passione, malinconia ed eleganza, una storia molto coinvolgente.

Per Dylan Dog ho disegnato una storia breve nel color fest "Femme Fatale", il numero 6. Un numero dedicato alle donne della casa Editrice e non, scritto e disegnato da donne. Mi sono divertita molto a disegnare per Pasquale Ruju che stimo moltissimo e che ha scritto per me questo piccolo gioiellino, terza puntata di una trilogia storica di Dylan che si intitola: “La vicina di casa” pubblicata nel Gigante numero 22. Una storia che parla della forza di una ragazza che cerca la sua strada lontano da casa, si trasferisce a Londra accanto all’appartamento di Dylan. Lì le succederanno parecchie cose strane. La particolarità è che in pochissime pagine (24) Ruju riesce a partire con un’atmosfera comica, un linguaggio leggero nonostante le tematiche siano piuttosto serie, e finire con un’atmosfera completamente opposta, piena di pathos. Ho trovato questa storia molto stimolante e sono stata onorata di averla avuta assegnata. Successivamente ho collaborato con Giovanni Gualdoni ad una storia da lui scritta con Dylan in viaggio in Sicilia, seguito della storia che vede Dylan Dog affiancato da Francesco Dellamorte. Episodio di grande successo tra le storie della collana dell’indagatore dell’incubo. Purtroppo era destinata al gigante numero 23 che poi è stato cancellato dalla produzione della Sergio Bonelli Editore. Non so se verrà mai pubblicata.

Nel 2013 accetto un nuovo incarico da parte di Claudio Chiaverotti (uno dei miei autori preferiti della Sergio Bonelli Editore, affermatosi nello staff di Dylan Dog, e creando un personaggio indimenticabile nel genere fantasy Italiano: Brendon) per un nuovo progetto della casa editrice, Morgan Lost. Il progetto ha visto la luce a Ottobre 2015, e posso dire di essere felicissima di farne parte.

La biografia dettagliata è su wikipedia a questo link.

Siti web e contatti: