Le origini del cinema d'animazione

Lo sviluppo della tecnica rese possibile la nascita del cinema solo sul finire del diciannovesimo secolo, ma l'idea cinematografica aveva accompagnato l'uomo fin dalla preistoria. Le scene di caccia ritratte nelle pitture rupestri sono forse la testimonianza più antica di questo sogno.

Se il cinema non poteva essere inventato senza la fotografia, l'animazione trova le sue origini già nell'antico teatro delle ombre cinesi. A questa forma di spettacolo si ispiravano le lanterne magiche, dispositivi in grado di proiettare immagini su una parete e che fecero la loro comparsa in Europa nella seconda metà del XVII secolo. Le lanterne magiche erano costituite di una scatola chiusa nel quale si poneva un candela, la cui luce era filtrata attraverso un foro sul quale si applicava una lente. Ponendo innanzi a questo fascio di luce una lastra di vetro su cui era stata dipinta un'immagine, si poteva vederla proiettata su una parete o su un fondale appositamente dipinto. Il funzionamento delle lanterne magiche era quindi del tutto analogo a quello di un moderno proiettore cinematografico.

In principio, le immagini proiettate erano fisse, ma ben presto si cominciò a far spostare e a cambiare le lastre di vetro ottenendo dei piccoli movimenti.

Le lanterne magiche sono alla base del teatro ottico di Émile Reynaud. Questo sistema consisteva di una serie di lastre di vetro, dipinte a mano dallo stesso Reynaud, montate su bande di pelle. Ogni banda era collegata alle altre attraverso dei nastri metallici forati che si agganciavano all'ingranaggio del tamburo ruotante, in modo da poter scorrere innanzi alla lanterna del proiettore. Nel 1892, presso il museo Grévin di Parigi, Émile Reynaud eseguiva la prima proiezione pubblica di immagini in movimento.

L'invenzione del teatro ottico ebbe un notevolissimo successo che durò fino alla comparsa del cinematografo. La macchina messa appunto dai fratelli Lumière poteva, infatti, riprodurre immagini fotografiche fissate su una pellicola di celluloide trasparente. Non c'era più bisogno di dipingere a mano ogni lastra e la pellicola poteva scorrere così velocemente all'interno del proiettore da restituire l'impressione di un movimento continuo. Disperato Reynaud stesso distrusse le sue macchine. Dei suoi lavori non ci è stato possibile che ricostruire due brevissime pantomime: Pauvre Pierrot (1892) e Autour d'une cabine (1894). Reynaud può comunque essere considerato il padre del cinema d'animazione.

La fotografia rese possibile l'invenzione del cinema e il cinema offrì nuove opportunità di sviluppo per l'animazione. La differenza sostanziale tra il cinema d'animazione e la tecnica cinematografica classica (fotografica) sta nel fatto che nell'animazione il movimento non viene ottenuta nella fase di ripresa, ma ricostruito attraverso la proiezione. In sostanza la cinepresa viene utilizzata come un apparecchio fotografico: la ripresa viene più volte interrotta e riavviata in modo che la cinepresa non registri un movimento continuo, ma una serie di immagini statiche, fotogramma per fotogramma, proiettando queste immagini ad una certa velocità si ottiene l'illusione di un movimento continuo. Questa tecnica, che è alla base del cinema d'animazione, è nota come passo-uno ( detta anche "stop-motion" o "frame by frame"). Tale tecnica fu introdotta da Georges Méliès che la utilizzò per la prima volta in Escamotage d'une dame chez Robert-Houdin (1896). Méliès interrompe la ripresa per far sparire l'attrice e sostituirla con uno scheletro (si tratta inoltre del primo esempio in assoluto di montaggio cinematografico).

Il primo a servirsi della tecnica del passo-uno per animare un disegno fu invece il fumettista James Stuart Blackton che nel 1900 realizza per la Vitagraph, di cui è co-fondatore, il film The Enchanted Drawing. Nel film lo vediamo disegnare su dei fogli bianchi un volto, un sigaro, una bottiglia che iniziaranno a muoversi e reagire. Il movimento non è continuo, ma Blackton ha intuito che si può utilizzare la tecnica cinematografica per animare dei disegni.

Sei anni dopo Blackton realizzerà la prima animazione interamente su pellicola: Humorous Phases of Funny Faces (1906). La sua mano esperta traccia sul fondo nero di una lavagna volti di simpatici personaggi che si dissolvono le une sulle altre. Il movimento procede, però, ancora a scatti e solo nella parte finale la rotazione delle pupille negli occhi dei personaggi ci restituisce l'impressione di un movimento continuo.

Nello stesso anno Segundo de Chomón realizzò per la Pathé il cortometraggio Le Théâtre de petit Bob, nel quale, il regista spagnolo, otteneva l'animazione di alcuni oggetti ( il contenuto di una scatola di giocattoli ) muovendoli parzialmente di volta in volta e filmandoli fotogramma per fotogramma.

In La maison ensorcelée (1907) Segundo de Chomón utilizza la stessa tecnica per animare degli oggetti che si trovano su una tavola imbandita.

Due strade erano ora state segnate per il cinema d'animazione: far muovere degli oggetti o produrre disegni per ricreare il movimento.

In Francia Émile Cohl, prendendo a modello l'opera di Blackton, realizzò nel 1908 Fantasmagorie. A differenza del suo maestro, Cohl disegnava figure nere su fogli bianchi, proiettando la pellicola in negativo dava l'impressione che i suoi disegni fossero realizzati su una lavagna proprio come quelli di Blackton. Utilizzando carta e matita, Cohl poteva controllare con maggiore facilità le sequenze dei suoi disegni. La sue animazioni hanno quella fluidità di movimento che mancava in Humourus Phaces of Funny Faces.

Un altro pioniere del cinema d'animazione fu l'americano Winsor McCay che realizzò film d'animazioni tratti dai celebri fumetti di cui era autore come Little Nemo in Slumberland o Dream of the Rarebit Fiend. Little Nemo (1911) è il primo film realizzato da McCay a cui seguirono ben presto How a Mosquito Operates (1912) e Gertie il dinosauro (1914), il quale ispirò molti altri animatori per via di quella marcata caratterizzazione dei personaggi inedita per quei tempi.

Émile Cohl, James Blackton, Winsor McCay, tutti questi pionieri del cinema d'animazione, come molti altri che seguirono, erano stati autori di fumetti,vignettisti, illustratori. Nel corso della storia del cinema sono innumerevoli i personaggi passati dalla carta allo schermo. L'arte fumettistica e il cinema di animazione restano fortemente saldati l'uno all'altro. Anche il cinema classico ricorre sovente a disegnatori esperti per trasformare sceneggiature in storyboard.

Per questi pionieri la produzione di un film animato costava enormi fatiche. Anche per questo i disegni erano fortemente stilizzati. L'introduzione dei rodovetri intervenne a semplificare le cose. Si tratta di fogli trasparenti che posti l'uno sull'altro evitavano all' animatore di dover ridisegnare sfondo e personaggi ogni volta daccapo, permettevano inoltre di controllare meglio i movimenti. Servendosi di questa tecnica Winsor McCay realizza, nel 1918, L'affondamento del Lusitania nel quale ricostruiva, con circa 25000 disegni, la vicenda della nave RSM Lusitania silurata da un sommergibile tedesco nel maggio del 1915, nel pieno della Prima Guerra Mondiale.

Il tragico episodio non fu mai fotografato o ripreso, McCay realizza un cartone animato che assume la forma di un vero e proprio documentario. Il film informa, illustra, fornisce dettagli e particolari attraverso un'esposizione fluida e concisa, ma indirizzata ad ispirare allo spettatore un sentimento anti-tedesco. Per la prima volta un film di animazione veniva utilizzato a scopi propagandistici. Ci si rese ben presto conto della grande forza suggestiva del cinema d'animazione che poteva ricreare totalmente qualsiasi realtà. Basandosi su un linguaggio semplice e intellegibile anche ai più piccoli, l'animazione venne spesso, e viene ancora, utilizzata per fini propagandistici, persuasivi, ma anche educativi e didattici.

La strada tracciata da Segundo de Chomón fu invece seguita dal regista polacco, trasferitosi in Russia ed infine naturalizzato francese, Ladislas Starevich, il più celebre animatore di pupazzi di tutti i tempi. Starevich animava con estrema meticolosità e cura per il dettaglio pupazzi che avevano le sembianze di insetti. La cicala e la formica (1911), La bellissima Ljukanida (1912), La vendetta del cameraman (1912) sono alcuni dei suoi primi celeberrimi lavori.

Nel frattempo ad Hollywood, l'industria cinematografica acquistava sempre maggiore spessore, l'animazione diveniva un genere sempre più praticato e ben presto i solitari pionieri come Blackton o McCay si ritrovarono circondati da staff sempre più numerosi. Sul finire del decennio, nel 1919, fa il suo debutto sullo schermo Master Tom, primo nome del celebre gatto Felix, nel film Feline Follies di Pat Sullivan e Otto Messmer. Felix fu il primo personaggio dell'animazione a divenire una vera vera propria star del cinema e protagonista di una lunghissima serie a lui dedicata. Appena qualche anno più tardi dal suo esordio, questo piccolo gatto nero poteva già duettare in balletto con Charlie Chaplin ed incontrare molte altre star del cinema in Felix in Hollywood (1923)

Il cinema classico ed il cinema d'animazione condividono al fondo un identico linguaggio, ma se il primo affonda le sue radici nella fotografia, legandosi perciò ad un'estetica realista, l'altro, che trae origine dalle arti figurative, può esplorare più agevolmente il mondo dell'immaginario. Nel corso del tempo, l'animazione è andata occupando un posto sempre più marginale nella produzione cinematografica europea, restando un prodotto di rilievo per paesi nordamericani e per il Giappone. Ma anche se spesso limitata a prodotti destinati al pubblico più giovane, l'animazione rappresenta da sempre un ampio campo di sperimentazione linguistica. Al sincronismo tra musica ed immagine si interessarono, per esempio, i registi del cinema astratto tedesco: Hans Richter, Viking Eggeling, Walter Ruttman, che produssero film d'animazione particolarissimi.

Con l'introduzione del sonoro è dal cinema d'animazione che vennero le soluzioni più creative e originali, lo stesso accadde per il colore. Oggi, con le tecnologie digitali, vi si continua a sperimentare nel campo degli effetti speciali.

Si potrebbe discutere, magari in un ulteriore articolo, di come le tecniche di animazione in 3D stiano dando vita a quel fenomeno che vede il cinema divenire sempre più fantastico e immaginifico mentre l'animazione tende a ricreare una realtà sempre più vicina a quella riprodotta dalla fotografia.

Tratto da Breve Storia del Cinema di Piergiorgio Mariniello
www.brevestoriadelcinema.org

Tutte le opere citate nell'articolo sono pubblicate nella palylist di YouTube: “The Origins of Animation”.

Piergiorgio Mariniello