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Sebbene il Carnevale di Foiano della Chiana sia relativamente recente (anni ’30) per come è conosciuto oggi, la sua celebrazione come festa pagana della città è antichissima così come la sua esistenza già in tempi remoti sembra essere confermata da una disposizione contenuta nello Statuto della Comunità dell’anno 1539 nel quale in materia di festività si individua “il dì di Carnovale con uno di inanzi e uno di poi..”, assegnando ben tre giorni alla celebrazione. Determinare quale sia stata la “forma” dei festeggiamenti non è ancora oggi facile: documenti relativi al 1809 rilevano che ancora a quest’epoca il carnevale foianese non veniva celebrato con particolari cerimonie ma che comunque il periodo era sentito come festivo visto che il Podestà Vulpillot emise un’ordinanza con la quale veniva permesso l’uso di maschere.
Le feste carnevalesche si svolgevano per lo più al chiuso, sotto forma di veglie organizzate nella grande cucina delle case coloniche, accompagnate dai “cenci” di pasta frolla (tipico dolce tutt’oggi presente nella tradizione culinaria di questo periodo) da far passare insieme al Vinsanto fra gli invitati. Nel paese queste feste cedevano il posto a veglioni nel locale teatro “Garibaldi” che fin dal 1826 era riservato a grandi feste che coinvolgevano giovani e meno giovani, tra musiche e danze.
L’apertura del teatro, anche se richiedeva notevoli costi, era sempre garantita perché c’era la coscienza del valore che ricopriva l’avvenimento il quale, oltre ad offrire “lecito divertimento al pubblico è altresì di non lieve utilità al medesimo poiché devia molti oziosi dai luoghi di vizio ed istruisce le masse”. Con tali ed altre argomentazioni, il presidente dell’Accademia Teatrale nel 1863 chiedeva al Comune “di accordarle una somma a sgravio di quella superiormente deliberata in dote per l’apertura del Teatro”.
Oggi il Carnevale di Foiano della Chiana, il più antico d’Italia, è considerato tra le più importanti manifestazioni del genere, sia per le spettacolari coreografie sia per la sua tradizione storiografica.
Per la sua storicità secolare il Carnevale di Foiano è protagonista di alcune importanti pubblicazioni, raccolte fotografiche e rassegne culturali e artistiche.
Mascherata.
A dominare il popolo carnevalesco è la figura di Re Giocondo, in questo piccolo borgo simbolo del Carnevale e monarca assoluto di un regno che, pur durando pochi giorni, regala ai suoi sudditi, i cittadini, attimi d’evasione e di speranza.
Re Giocondo apre le sfilate ogni domenica seguito dai carri maggiori, dalle mascherate e dalle bande e durante l’ultima domenica di festa, dopo aver fatto pubblico testamento, viene dato alle fiamme nella spettacolare cerimonia della "Rificolonata".
Carri mastodontici realizzati da veri maestri della cartapesta e da tecnici della meccanica, opere d'arte semoventi, creazioni maestose ed originali sono i protagonisti di un evento che si snoda attraverso borghi e piccole strettoie. Le loro dimensioni, che si devono attenere rigorosamente al regolamento, raggiungono fino a un massimo di 17 metri di lunghezza, 10 di larghezza e 13 di altezza.
Briosa e irreale è l’atmosfera che si crea nei giorni di festa in un mondo alla rovescia dove tutto è permesso e dove la maschera diviene simbolo di dissacrazione e trasgressione.
ALLEGRIA - Cagiola Alfredo, Cerveteri (RM) - opera segnalata concorso fotografico 2011.
Vera anima del Carnevale di Foiano sono i quattro cantieri. Azzurri, Bombolo, Nottambuli e Rustici: questi i nomi, tutti di derivazione popolare, rappresentati dai colori di quattro bandiere che nei giorni precedenti il Carnevale colorano di festa l’intero paese. E’ in queste vere e proprie "officine della cartapesta" (i cantieri appunto) che prendono forma le maschere e i movimenti idraulici che animano i carri durante le sfilate lungo le strade cittadine. Carri allegorici in competizione, che vengono giudicati da una giuria formata da esperti d’arte di livello nazionale.
Un anno di lavoro, all'interno di segrete mura, si consuma così nelle poche febbrili domeniche che precedono il martedì grasso e - di norma - in quella successiva che incoronano alla fine un solo vincitore.
Cantiere Rustici, "Attenti al lupo", edizione 1997.
Sorprendente la passione che porta i cantieristi ad adoperarsi alla realizzazione dei carri, senza percepire alcun compenso se non i bivacchi improvvisati sulle forme di gesso a tarda notte e in caso di vittoria gli sfottò verso gli avversari.
Cantiere Nottambuli, "Italic Park", edizione 1994.
Nell'ultima domenica viene letto il verdetto che segue il "funerale" di Re Giocondo, il Re del Carnevale, immolato simbolicamente per la purificazione del suo popolo. E’ a questo punto che si dà lettura in piazza del Testamento del "monarca": vengono letti in rima dal Presidente dell'Associazione del Carnevale (memorabili sono i testamenti del prof. Solaro Corsi che per più decenni ha presieduto l'Associazione) i fatti più o meno positivi dell'anno da poco concluso, mettendo alla pubblica berlina eventuali malefatte e ilariche disavventure della gente del paese, non mancando di elargire goliardici consigli.
L'ultima parte del testamento è quella più attesa: viene reso pubblico il verdetto stilato dalla giuria, partendo dall'ultimo cantiere classificato.
Come vuole la tradizione, a sancire la fine del carnevale è appiccato il rogo di "Re Giocondo", che viene dato alle fiamme in piazza nella cosiddetta "Rificolonata".
Una immagine della caratteristica "Rificolonata".
Maggiori info sul sito ufficiale del Carnevale di Foiano della Chiana.