"Agenzia Alfa": una tavola di Mariano De Biase

"Agenzia Alfa" è una serie a fumetti creata dal trio Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna per la Sergio Bonelli Editore. Si tratta di uno spin off della serie Nathan Never.

Qui di seguito, un tutorial sulla realizzazione di una tavola estratta dall'infinito numero al quale sto lavorando.

1. Storyboard

Il primo passo che compio per realizzare una tavola è, ovviamente, quello di leggere la sceneggiatura. Sullo stesso foglio, in coda al testo, faccio subito un bozzetto veloce della pagina: in realtà è solo un pasticcio, ma a me è molto utile per cominciare a stabilire ingombri, rapporti chiaro/scuro, scelte di inquadratura, ecc. Su questo schizzo, talvolta, aggiungo commenti e indicazioni che mi serviranno in seguito.

Alcuni dei commenti su questa pagina di storyboard sono scritti direttamente da Antonio Serra, con il quale spesso discuto questi schizzi, specie quando ho diverse soluzioni in mente. La scelta di mostrare diversi animali a seconda della vignetta, per suggerire il tempo che passa e, di conseguenza, l'intensificarsi del rapporto tra i due personaggi che vediamo nella pagina, viene proprio da lui.

2. Matite

A riprova di quanto faccia affidamento sull'idea iniziale, venuta di getto, ingrandisco la piccola bozza fino alle dimensioni di un A4, ed è proprio tenendo questa bozza come riferimento che procedo alle matite definitive, correggendo anatomie, prospettive, e in generale tirando fuori una matita che dovrà essere chiaramente più rifinita e soprattutto leggibile, a me per primo che poi dovrò inchiostrarla.

Per tutta questa fase uso un portamine: sono ormai anni che non tempero una matita!

3. Chine

La fase del ripasso in china è la mia preferita: da sempre mi considero più un "abbellitore" che un solido disegnatore dalle robuste matite scuola Andrew Loomis. Questa è la ragione per cui, a volte, alcune mie matite non sono eccessivamente definite. Se ritengo di aver azzeccato ciò che devo disegnare, può anche essere che lasci la matita in forma di bozzetto appena accennato.

Come nel caso del rapporto storyboard/matite, anche qui procedo a un ingrandimento, portando la matita A4 a una stampa delle dimensioni di un foglio A3, sul quale farò la china definitiva inchiostrando sopra al tavolo luminoso, quindi senza mai ripassare direttamente sulla matita...e senza avere successivamente alcuna matita da cancellare. Può sembrare un processo un po' macchinoso, e in effetti deriva più da fisime mie che da un reale vantaggio, ma preferisco avere una china pulita sopra alla quale non dover più passare la gomma.

Giorni fa ero in redazione con Glauco, che guarda dei segni di "strappo" sul margine superiore delle tavole e mi fa: "come mai questi?". E io: "Eh, sono i segni dello scotch. In pratica attacco la fotocopia delle matite dietro e poi inchiostro sul tavolo luminoso". Glauco: "E perché???". Io: "Eh, mi trovo più comodo, è tutto bello pulito...poi non devo stare a cancellare la matita". Lo sguardo di Glauco era di pura compassione, del tipo: "ma che cosa gli posso dire?"

Per tutto il ripasso in china uso solamente il pennello, un Windsor & Newton serie 7 nr.3, tranne che per ripassare le linee dritte, ovviamente, in tal caso mi servo di pigment liner di diverse misure. Questa è la fase più lunga, anche perché è quella nella quale metto più cura. Può durare in media anche un paio di giorni per tavola.

A questo punto la tavola è pronta per il lettering e, salvo correzioni dell'ultimo minuto, ad andare in stampa!

Mariano De Biase