LUCI, MOTORE … AZIONE!

Siamo arrivati al capitolo tanto atteso! Adesso si fa sul serio!

Ventiduesimo post del "corso" di scrittura creativa e narrazione di Marco Cerri:

Eccoci al capolinea del nostro lavoro, abbiamo creato la scaletta, corretto e riveduto il soggetto, e ora l’editor ci ha dato l’ok per la sceneggiatura. Ma come si procede? Vediamo insieme in dettaglio i passi fondamentali della stesura di un "linguaggio" che solo chi è addetto ai lavori comprenderà!

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Come per il soggetto, dobbiamo trovare un nostro metodo per scrivere una sceneggiatura - sia essa per un fumetto, un film o uno spettacolo teatrale - che funzioni alla perfezione. Un consiglio spassionato è quello di scrivere tutto di getto, vignetta per vignetta (questo nel caso del "fumetto", ovvio). Non è l’ideale impostare la regia, i dialoghi o gli effetti sonori della versione definitiva tutti fin da subito, in quanto se in corso d’opera decidessimo di effettuare cambiamenti pur minimi rischieremmo di dover tagliare intere parti e riscrivere poi tutto da capo, perdendo tempo, lavoro e denaro.

Altro consiglio è di buttare giù tutti i dialoghi e suddividere per tavole le vignette come ce le prefiguriamo nella testa, in versione di brutta copia, veloce e intuitiva che ci aiuterà nella stesura definitiva in seguito.

Una volta che il lavoro è pronto, possiamo lasciarlo "a riposare" per una giornata finché non è ben "lievitato" per poi passarlo a "cottura"… Vabbè, scrivere una sceneggiatura è un po’ come cucinare una torta! Una volta passato il tempo necessario, possiamo riprenderla in mano ed effettuare una revisione dei possibili errori.

Da ultimo ricordiamoci che una bella sceneggiatura deve apparire impeccabile sia da un punto di vista narrativo ma anche e soprattutto ortografico e grammaticale.

Facciamo un po’ di ordine degli elementi. Nella tavola sceneggiata (e parliamo sempre, qui, di fumetto come esempio) è importante segnalare in ordine di importanza:

-Numero della tavola

-Numero della vignetta al cui interno si procede descrivendone:
°Regia
°Didascalia
°Dialoghi
°Effetti

E ora passiamo alle convenzioni di stile.

La sceneggiatura in quanto tale, è un documento e sia che presentiamo all’editor la versione cartacea o quella digitale deve presentare una copertina che la identifichi.

Nella stessa, va citato il TITOLO della storia e la lunghezza in tavole; il nome e cognome dell’autore, il numero di telefono e l’indirizzo e-mail, in modo tale da agevolare l’editor o il disegnatore (ricordiamo sempre ovviamente se il disegnatore non è la stessa persona che ha sceneggiato la storia…) in caso di necessità.

Ad esempio:

TOPOLINO E I FANTASTICI GUFI PARLANTI
(26 tavole)
Sceneggiatura di Marco Cerri
via Disney, 1 - 20100 Milano
346/0000000
marcocerri1@me.com

Stessa convenzione (della "tavola sceneggiata") vale per la sceneggiatura (quella vera e propria): ad ogni tavola sceneggiata deve corrispondere un foglio scritto, per intenderci, una cartella di word, in modo tale da agevolare la lettura al disegnatore che solitamente ha l’abitudine di fissare al tavolo da lavoro la tavola sceneggiata affiancata alla tavola disegnata. Inserire più tavole sceneggiate su un unico foglio di sceneggiatura è un errore e una brutta abitudine da eliminare da subito, perché rende più difficile la vita di tutti. In caso non ci stessimo, a scrivere un’intera tavola su un unico foglio, potremmo usare l’excamotage di scrivere a fondo pagina “Segue” e sul foglio successivo “Segue da tavola” e il numero della tavola precedente; ovviamente, ogni tavola successiva si inizia poi su un nuovo foglio.

Ogni tavola si usa numerare a inizio foglio (ad esempio “TAVOLA 1”) in maiuscolo.

Per quanto riguarda le vignette, in ogni tavola viene inserita una diversa scansione di impaginazione, a seconda che sia a gabbia fissa o libera (vedremo più avanti cosa significa). Nella parte della vignetta viene inserito in due sezioni distinte quanto va poi rappresentato graficamente.
Nella prima parte le art notes (ossia la descrizione di ciò che avviene nella singola vignetta) e la regia; nella seconda parte i dialoghi e gli effetti sonori (più avanti torneremo più approfonditamente sull’argomento, per ora iniziamo a capirne il funzionamento generale).

Nelle art notes viene descritto minuziosamente ogni singolo dettaglio scenico dei personaggi e le inquadrature. Ad esempio:

1. Complessiva, esterno, giorno; (o ancora...) interno capannone, interno giorno, stanza di Luis ecc...

Poi è la volta delle inquadrature:

PPP di John
MB di Dylan seduto in poltrona mentre suona il suo clarinetto Ecc...

Seguono i possibili particolari significativi per l’ambientazione:

L’atmosfera è fatiscente; (o ancora...) una leggera nebbia aleggia nella scena...

Poi quali personaggi sono presenti all’interno della scena, cosa stanno facendo e qualsiasi altro dettaglio scenico circa vestiario personaggi o ambientazione, cercando di inserire tutto senza tralasciare particolari che potrebbero essere importanti - lo so non è semplice - ma soprattutto lasciando da parte il suprefluo!

Tutto chiaro? Difficile? No… solo questione di esercizio e pratica! E ora…

Don’t forget!

Riassumendo, quando dove e come inserire cosa:

Vanno messi all’inizio della scena:

- Inquadrature e punti di vista
- Ambientazione e contesto
- Condizioni di luce
- Particolari importanti

Vanno messi sempre:

- Personaggi presenti nella scena
- Note di recitazione
- Caratterizzazione e abbigliamento
- Altri dettagli importanti

READY? ACTION!


Visitate il blog di approfondimento www.loscrittorecreativo.blogspot.it, spazio entro il quale Marco Cerri ogni mese, parallelamente al corso pubblicato su IMIM, risponderà ai vostri messaggi trattando di soggetti, idee e storie da correggere o per qualsiasi domanda che esiga una risposta riguardo al lavoro dello scrittore/sceneggiatore che potrete mandargli all'indirizzo marcocerri1@me.com.


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Marco Cerri