L'O.R.A. delle autoproduzioni

Il collettivo artistico O.R.A. Autoproduzioni (acronimo di Officina Romana Autoproduzioni) è una piccola ma interessante realtà del fumetto underground italiano.

Del collettivo fanno parte nove “artigiani” eterogenei fra loro, che propongono opere realizzate in una vasta quantità di forme espressive: fumetti, illustrazioni e creazioni varie.

Articolo già pubblicato sul periodico Fumo di China n.282 del gennaio 2019.

Perlopiù, i membri sono ragazzi e ragazze di giovanissima età che si firmano con nomi d’arte o pseudonimi. L’analisi della loro produzione non può prescindere dall'analisi della singole personalità.

Alcuni degli autori adoperano materiali di riciclo per realizzare particolari lavori, come MAI, artista romana che comunica sperimentando tecniche di vetrofusione, o come Echo.Distortion, poeta visiva e pittrice. I dipindi realizzati poi da Nadejda Vlas, viaggiatrice instancabile, cittadina del mondo, sono la libera manifestazione della scoperta di un “io” individuale, profondo, che racconta al mondo ciò che l'artista ha imparato da tutte le sue resistenze; ma c’è anche Pink, illustratore, che promuove teorie queer e gender fluid con sperimentazioni artistiche e immagini senza sesso, senza paradigmi sociali: un modo per sostenere la libertà personale. Nel parlare poi del collettivo riferendosi più propriamente alla Nona Arte, gli autori maggiormente rappresentativi sono: Valerio Stacchini, Simone Bacco, Hand X, Fato e Red.


L'Avatar di ogni membro del collettivo

I primi membri si organizzarono spontaneamente nell'àmbito della Scuola Romana dei Fumetti fondata da Giancarlo Caracuzzo, Paolo Morales, Massimo Rotundo, Stefano Santarelli e Massimo Vincenti: là, una quindicina di giovani provarono a collaborare fra sé lavorando sull'animazione classica in un laboratorio tenuto da Claudio Bruni, ma molti dei promettenti autori abbandonarono quasi subito il gruppo, preferendo percorrere altre strade per proporre i propri lavori. È allora negli ambienti dei centri sociali e nella rete dei movimenti antifascisti del territorio di Roma che il collettivo è andato a svilupparsi e nel 2015 si è formato così come oggi è conosciuto. L’intento era quello di dare voce alle contestazioni cui i ragazzi prendevano parte: dalla lotta contro la privatizzazione dell’acqua e dei beni pubblici, al contrasto della speculazione edilizia, di mafia capitale, delle politiche razziste, sessiste e xenofobe dilaganti.

Ogni artigiano ha il proprio Olimpo di autori di riferimento. Le fonti di ispirazione sono le più varie: Andrea Pazienza, Maurits Cornelis Escher, Moebius, Dave McKean, Giorgio De Chirico e Thomas Ott fino ad arrivare al Giorgio Cavazzano delle linee più morbide; ma caratteristica comune di tutti gli artisti che lavorano per l’etichetta è quella di proporre un genere facilmente riconducibile alla cultura underground, per le tematiche, per il taglio e per come gli albi sono confezionati, nel rispetto delle caratteristiche della stampa indipendente anni ’70: un bel formato A3 spillato alla buona, con fotocopie di pagine a disegni.

Osservando le più recenti pubblicazioni di gruppi fumettari d’altra sorta, si nota come generalmente l’utilizzo della graffettatrice su fotocopie self-made sia ormai caduto in disuso: questo, soprattutto per il fatto che la stampa professionale o semi-professionale dell’editoria on demand è oggi una soluzione alla portata di tutti; ma la scelta dell'Officina di ricorrere a soluzioni di rilegatura di tal genere è dettata non solo da una probabile convenienza sui costi nudi e crudi degli albi, nel garantire al pubblico prezzi popolari: è sia una sorta di marchio in stile retrò che si rifà alle sempre amate fanzine, sia un imperativo legato alla necessità di rendersi credibili nel collocarsi nel panorama dei temi trattati, rispettando (anche formalmente) il particolare tipo di produzione, di filosofia, di appartenenza.

Alcune opere del collettivo hanno copertine realizzate con metodo serigrafico “fai da te”. Anche questa scelta è dovuta alla volontà di rendere il massimo valore artigianale all’opera e unicità ad ogni singola copia.


Eurotismo di Valerio Stacchini

Quest'anno è uscita l'ultima autoproduzione dell'Officina, firmata Valerio Stacchini: si intitola “Mozzico” ed è a tema antiproibizionista. Un fumetto scritto durante gli anni della legge Fini-Giovanardi che «ha prodotto un quarto della popolazione carceraria italiana» (dichiara l’autore), prima di essere riconosciuta illegittima con sentenza 12 febbraio 2014, n. 32 dalla Corte Costituzionale. L’opera, più di cento pagine rilegate a spirale, è anch’essa di fattura artigianale ed è stata realizzata per portare l'attenzione sul tema e solidarietà alle famiglie delle vittime come quella di Stefano Cucchi. A livello di stile è a metà tra fumetto e animazione: alcuni episodi sono realizzati con un metodo quasi a replicare il piano sequenza dei cartoni animati, tutti disegnati con un'inquadratura dal basso verso l’alto per rappresentare il punto di vista dell’autore.

Forti ormai dei risultati ottenuti con le tante sperimentazioni, gli artisti del collettivo attualmente lavorano ad una nuova produzione in uscita nel 2019, una sinfonia di gruppo incentrata sul tema della lotta per la casa.

L’Officina Romana Autoproduzioni è un collettivo inclusivo aperto a tutti gli autori, che trovano riscontro nelle forme di libera espressione e di sperimentazione collettiva in ambito artigianale e artistico. La trovate online all’indirizzo www.orautoproduzioni.com.


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Emanuele Upini